Incontri

CHIAPPE, Anna

Nacque a Lucca il 26 luglio 1898. Figlia di Domenico Chiappe e di Iacopa Iacomini. Compì gli studi primari nella sua città natale e quelli superiori a Firenze. In questa città conobbe, nel 1921, il saggista peruviano José Carlos Mariátegui che sposoò nello stesso anno. A Roma nacque il loro primo figlio, Sandro (1921).

Anna Chiappe giunse in Perù con il marito il 18 marzo del 1923, sul vapore «Negada», proveniente da Amburgo. A Lima nacque- ro gli altri tre figli: Sigfrido (1923), José Carlos e Javier (1928).

La presenza di Anna nella vita e nell’opera di Mariátegui fu decisiva, non solo per il fatto di esse- re unita a lui da un profondo affetto, ma anche per la cura che richiedeva la fragile salute dell’ «Amauta». Anna assunse il controllo completo della casa e del- l’economia domestica e ció per- mise a Mariátegui la tranquillità necessaria per realizzare il suo lavoro intellettuale.

All’aggravarsi della malattia di Mariátegui, nel 1924, quando si salvò la vita solo grazie all’amputazione di una gamba, si verificò una situazione che occorre sottolineare: il famoso medico e chirurgo Guillermo Gastañeta fece presente alia famiglia la gravita del caso e la necessità dell’amputazione. La madre di José Carlos, Amalia La Chira, si oppose per ragioni religiose. Allora Anna intervenne in modo determinante: «Se l’amputazione é necessaria per salvargli la vita, come sposa e come madre dei suoi figli l’autorizzo a farla».

José Carlos in una nota autobiografica racconta: «Persi una gamba e rimasi assai fragile»; ma la presenza assidua di Anna, il suo atteggiamento risoluto di appoggio totale accompagnato da tenerezza, gli permisero di produrre nei sei anni seguenti il meglio della sua opera di pensatore originale, rivolta all’esame della realtà nazionale e all’analisi della situazione mondiale. Fu così che Anna Chiappe ebbe un’influenza decisiva nella vita di Mariátegui, i cui scritti hanno influito fortemente sull’evoluzione politica e ideologica peruviana successiva. Nulla meglio della seguente prosa poetica esprime quello che Anna Chiappe significò nella vita di Mariátegui, da lui scritta nel 1926:

«La vita che mi hai dato»

 

«Nacqui un seconda volta nella tua carne rinascimentale come quella della Primavera di Botticelli. Ti scelsi tra tutte, perché ti sentii come la più diversa e la più lontana. Come una nave corsara, senza saperlo cercavo un ormeggio, una rada serena. lo ero il principio della morte; tu quello della vita. Ebbi il presentimento di te nella candida pittura del Quattrocento. Iniziai ad amarti prima ancora di conoscerti, in un quadro antico. La tua salute e la tua grazia vetusta aspettavano la mia tristezza di sudamericano pallido ed esile. I tuoi rustici co- lori di donzella di Siena furono la mia prima festa. II tuo tonico possesso, sotto un cielo latino, mise nella mia anima una girandola d’allegria.

 

Grazie a te, il mio cammino insanguinato ha tre aurore. E ora che sei un po’ sfiorita, un po’ pallida, senza i tuoi antichi colori di madonna toscana, sento che la vita che ti manca é la vita che hai dato a me».

 

Quando Mariátegui morì, il 16 aprile del 1930, Anna dovette Affrontare un dura situazione economica per poter sostenere i suoi quattro figli che crebbe e educò con grande dedizione, mettendo in mostra la sua tempra di madre lottatrice. I primi anni di duro lavoro personale le mostrarono quanti sforzi dovesse fare per la cura della famiglia e l’istruzione adeguata dei figli e per questo motivo apri un piccolo negozio, la libreria «Minerva» a Barranco (1937) che poi ebbe una succursale a Miraflores (1940). Così, sotto la ragione sociale di «Vedova di Mariátegui e figli», poté procurarsi le risorse che sistemarono agiatamente l’economia fa- miliare e le permisero la pubblicazione e la diffusione della vasta produzione scritta di José Carlos Mariátegui.

Anna Chiappe non tralasciò la cultura italiana, in special modo la lettura di opere lettera- rie, soprattutto quelle di Dante Alighieri. Come in molti casi di emigranti giunti al margine di una strategia migratoria economica, Anna non ebbe contatti con la comunità italiana in Perù. A ciò contribuì un fattore culturale, poiché la maggioranza degli emigrati italiani suoi vicini era- no liguri e parlavano soltanto in dialetto. Dall’altro lato, la maggior parte di costoro era favorevole al fascismo e Anna aveva abbracciato, con il marito, le idee socialiste. Erano ben pochi gli emigranti con cui Anna poteva parlare italiano. Come molti, fece del Perù una seconda patria e non tornò mai in Italia, dove i genitori erano morti e aveva pochi parenti. Seguiva le vicende italiane e non volle tornare, sebbene abbia avuto la possibilità di farlo perché, diceva, l’Italia era moho cambiata e preferiva ricordarla coma l’aveva lasciata.

Anna Chiappe in Mariátegui lavoro attivamente fin dopo gli ottant’anni, circondata dall’ammirazione e dall’affetto dei differenti ambienti culturali e sociali peruviani. La «donzella di Siena» morì a Lima il 16 giugno del 1990, vicina ai novantadue anni. Fu degna erede di José Carlos Mariátegui e rappresentante della tenacia e della dolcezza delle madonne toscane.

Traducción realizada por María Claudia Carmona

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